AI ed Impresa

May 13, 2025, 7:50 pm lavoro AI

Intelligenza Artificiale e imprese italiane: dove siamo davvero?

Negli ultimi mesi si fa un gran parlare di Intelligenza Artificiale, e con buone ragioni: i progressi sono sorprendenti e il potenziale di trasformazione per il mondo del lavoro e delle imprese è enorme. Ho letto con interesse il report “Preparing and Delivering Data for AI” pubblicato da BARC, che fotografa lo stato dell’adozione dell’AI nelle aziende a livello globale. I numeri parlano chiaro: il 32% delle aziende ha già messo in produzione agenti AI, ma solo il 21% ha programmi trasversali e strutturati. Il resto, di fatto, naviga ancora a vista.

Mi sono chiesto: e in Italia, a che punto siamo?

Un Paese fatto di PMI… e tanta prudenza

Partiamo da un dato strutturale: il 99,4% delle imprese italiane sono PMI, e tra queste, oltre il 95% ha meno di 10 dipendenti. È un tessuto produttivo frammentato, spesso familiare, che per sua natura tende ad essere più cauto nell’adottare tecnologie di rottura.

Secondo i dati ISTAT 2023, solo il 6,1% delle imprese con almeno 10 addetti ha utilizzato l’AI. Se scendiamo sotto questa soglia, la percentuale crolla all’1,8%. Siamo molto lontani dalla media internazionale. Eppure, l’interesse c’è: il problema non è tanto la volontà quanto le condizioni di contesto.

I veri ostacoli? Competenze, cultura e… dati

Nel report BARC emerge con forza un messaggio che condivido pienamente: l’intelligenza artificiale non può funzionare senza una base solida di dati affidabili. Il 45% delle aziende globali segnala problemi di qualità dei dati come principale freno ai progetti AI. E in Italia? La cultura del dato è ancora un tema di nicchia. Solo una minoranza delle imprese italiane gestisce i dati in modo strutturato, con strumenti di classificazione, tracciabilità o controllo degli accessi.

Altro nodo fondamentale: le competenze digitali. In Italia, solo il 35,4% delle imprese ha formato il personale su temi ICT nel corso dell’ultimo anno. E quando parliamo di AI, questa carenza si fa sentire ancora di più. Non basta comprare un software: serve un cambio di mentalità.

Eppure, qualcosa si muove

Nonostante il ritardo, vedo segnali incoraggianti. Alcune aziende – anche piccole – stanno sperimentando strumenti di AI per automatizzare processi, migliorare il servizio clienti o analizzare dati in modo più efficace. Inoltre, il Piano Transizione 5.0 prevede incentivi interessanti per chi investe in tecnologie digitali, e molte regioni italiane si stanno muovendo per facilitare l’adozione dell’AI.

Certo, serve di più: più formazione, più dialogo tra pubblico e privato, e soprattutto più fiducia. L’AI non è un lusso per pochi, ma un’opportunità per tutti, se accompagnata da scelte consapevoli.

In conclusione

L’intelligenza artificiale può diventare un alleato prezioso anche per le imprese italiane, ma solo se costruiamo le condizioni giuste: competenze, cultura del dato e visione strategica. In questo momento, la vera sfida non è tecnica, ma organizzativa e culturale.


Fonti:

  1. ISTAT – Rapporto “Imprese e ICT 2023”: https://www.istat.it/it/files/2023/12/REPORT-IMPRESA-E-ICT-2023.pdf
  2. BARC – “Preparing and Delivering Data for AI”: https://boomi.com/content/report/preparing-and-delivering-data-for-ai/
  3. Ministero delle Imprese e del Made in Italy – Dati PMI: https://www.mimit.gov.it
  4. CENSIS – Rapporto sulla digitalizzazione (vari anni)

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